Dichiarazioni alzo zero i primi giorni. Ora toni dimessi e costi esorbitanti. Obbligati a continuare la traccia lasciata.
Non c'è dubbio. Nei 5 anni di assessore della Giunta Corsini, il tema "nomadi"è in assoluto quello che ha richiesto più impegno, più pazienza, più rigore. Si voleva giungere alla chiusura dei campi rispettando i diritti dei nomadi, ma pretendendo il rispetto di leggi e regole che disciplinano la loro presenza.
Molto era già stato fatto nei 5 anni precedenti da Giovanna Giordani Bussolati. Le tabelle dare danno conto di un impegno concreto volto a dare dignità ai campi. Bisognava tuttavia coniugare solidarietà con rigore.
In Via Girelli residevano, in condizioni impossibili per una città civile e accogliente come Brescia, più di 210 rom. Il campo era improvvisato e senza servizi; molti minori erano ammalati. La legalità ancora da assicurare. Dopo un periodo di osservazione e gestione in accordo con la Caritas Diocesana, i rom che hanno dato dimostrazione di rispettare le regole e di madare i figli a scuola, sono stati trasferiti nel campo comunale di Via Orzinuovi. Gli altri allontanati.
L'orrore di Via Girelli è stato cancellato e l'area ripulita. Anche il campo di Cascina Camafame è stato definitivamente chiuso.
Poco alla volta sono state abbattute le baracche e le roulotte del campo di Via Borgosatollo, sostituite da moderni e efficienti prefabbricati, con 29 alloggi, assegnati ad altrettante famiglie, che hanno condiviso il regolamento.
Patti chiari: due anni e poi trovarsi autonomamente un alloggio stabile, mandare a scuola i figli, un lavoro per ogni capofamiglia, pagare l'affitto e rimborsare il Comune dei debiti precedentemente accumulati. Più che buoni i risultati ottenuti: le tabelle lo dimostrano. I debiti recuperati, alcuni nuclei sono ritornati ai paesi d'origine, molti sono il alloggi privati.