FABIO CAPRA
Brescia con entusiasmo
tragedie ed emergenze
12/10/2013
I morti sono tutti uguali
Inqualificabile comportamento della Lega in Consiglio Comunale
I morti sono tutti uguali

Il nuovo Consigliere Comunale della Lega NICOLA GALLIZIOLI.

Accade che il Presidente del Consiglio Comunale di Brescia, Giuseppe Ungari, chieda un minuto di silenzio per i morti di Lampedusa. Una prassi in occasione di fatti gravi: un attacco terroristico, una calamità naturale, un terremoto, una guerra. Ovvero in occasione della morte di una persona che ha caratterizzato la storia politica, sociale, economica della città. Così è stato ieri, venerdì 11 ottobre, per ricordare le 339 vittime di Lampedusa, annegate a pochi metri dalla costa italiana. Accade che i due consiglieri della Lega, Gallizioli e Tacconi, peraltro appena "accolti" con un caloroso applauso dall'assemblea, in sostituzione dei dimissionari Rolfi e Bordonali, decidano di abbandonare il Consiglio per non condividere il minuto di silenzio, rientrando subito dopo per riprendere i lavori. 

  

La Lega non commemora i morti (clicca). Gesto per me e per tutti gli altri consiglieri di maggioranza inqualificabile. 

Penose le giustificazioni addotte dai due colleghi. Soprattutto indecente la battuta raccolta fuori dal Consiglio, secondo la quale avrebbero "obbedito a ordini superiori". Di chi? In questi casi solo la coscienza può dettare ordini e il cuore obbedire.

Che fare? Nessuna protesta, niente toni accesi, perchè avremmo fatto il gioco di chi vuole buttare in lotta politica anche un semplice minuto di silenzio per 339 poveri disgraziati. Ecco allora la decisione di "lasciare solo" in aula il capogruppo leghista Nicola Gallizioli in occasione della sua dichiarazione di voto. Il silenzio che non ha dedicato ai morti di Lampedusa si è trasformato così nel gelo dell'assemblea che ha lasciato soli i due consiglieri leghisti, in compagnia delle loro penose giustificazioni.

Non si trattava di una discussione sul reato di clandestinità, sui problemi legati all'immigrazione, sulla legge Bossi-Fini, di cui è nota l'opinione della Lega. Certamente legittima, seppur contestata. Ma di un momento di raccoglimento per uomini, donne, bambini, morti nel modo che sappiamo e ai quali, proprio mentre si svolgeva il Consiglio Comunale, altri si aggiungevano a causa del ribaltamento di un altro barcone.

I morti sono morti. Il rispetto è dovuto a tutti! 

So bene che l'argomento è discusso e divide. Che anche la morte può essere fonte di dvisione "politica". In particolare in occasione delle commemorazioni del 25 aprile. Ma appartengo ad una generazione in cui i "vecchi" si toglievano il cappello per salutare il prete, il sindaco, una donna e i bambinbi si facevano - tutti - il segno della croce quando passava un funerale. Bambini di paese che con le mamme si riparavano nella stalla, di pomeriggio, d'inverno, per fare i compiti, giocare e recitare il rosario. Alunni che sul banco di scuola litigavano con la penna e il calamaio, che indossavano il grembiule o la blusa e che ogni 4 novembre e 25 aprile il maestro portava davanti al monumento dei caduti per ricordare, recitare una preghiera di suffragio e cantare l'inno d'Italia. 

Forse sarò datato, ma a quella storia popolare continuo orgogliosamente ad appartenere. E quel segno della croce, quella preghiera, anche a sessant'anni, anche nel tempo di twitter e facebook, io continuo a recitare.  

A maggior ragione per 339 poveri migranti, mussulmani o meno, che hanno avuto il coraggio di "invadere" il nostro Paese. Che hanno avuto la sventura di non trovare sufficienti braccia accoglienti per strapparli dal fondo del mare nostrum.

Almeno riposino in pace.


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