Non è una notizia inattesa. In più occasioni, infatti, il PD, in particolare il capogruppo Emilio Del Bono, aveva anticipato la conclusione di questa vicenda. Ora A2A dovrà versare all'Ing. Renzo Capra un cospicuo risarcimento per la revoca che il "vecchio leone", già presidente di ASM e successivamente di A2A, ha dovuto subire "senza giusta causa" ad opera del Sindaco Paroli. A2A ha comunicato la volontà di ricorre contro la sentenza del giudice, ma non c'è scampo.
Questa è vera, ottusa ostinazione da parte del Sindaco a non voler riconoscere contro ogni evidenza di aver sbagliato. Di aver torto. Una ripetuta ostinazione che si è manifestata in questi 5 anni anche per il bonus bebè e per le ordinanze del vicesindaco Rolfi in tema di sicurezza e ostilità nei confronti degli stranieri. Ricorsi e sentenze che sono costate al Comune più di 100.000 euro.
A questo punto il comportamento del Sindaco Paroli è censurabile sotto due punti di vista. Il primo per aver avvallato l'accordo di Berlusconi con il Presidente del Montenegro Dukanovjc per l'acquisto di EPGC (vedi altra pagina), obbligando A2A ad indebitarsi per circa 500 milioni. Il secondo, per aver revocato, a questo punto senza giusta causa, tutta la componente bresciana del Comitato di Gestione, la quale, soprattutto Renzo Capra, non avrebbe approvato tale acquisto.
Il piano era chiaro: Berlusconi si adopera per l'accordo italo-montenegrino, Paroli spiana la strada: revoca Capra e nomina Graziano Tarantini. Il ricorso di Renzo Capra e la condanna a suo favore sono un danno grave per la nostra azienda. Un danno che aumenterà nel caso anche degli altri componenti del Consiglio di Gestione dovessero ricorrere contro la loro revoca.
Chi paga? Ovviamente A2A, ma indirettamente gli azionisti e, quindi, anche i cittadini di Brescia. Ringraziamo il Sindaco per questa "perla" amministrativa.
