FABIO CAPRA
Brescia con entusiasmo
A2A
04/12/2012
A2A: operazione Italia Montenegro
Inquietante indagine di Report
Milena Gabanelli di REPORT
La risposta ufficiale di A2A
A2A risponde a Report (GIORNALE DI BRESCIA)
Finanza Mercati: la gara
Piano Industriale 2009-2013
La lega chiede la testa di Capra
Paroli dimette Capra
Tarantini scalda i muscoli
Dimissionata la Sorveglianza
Tarantini nuovo Presidente

Il mitico Claudio Scaiola, il Ministro con casa vista Colosseo.

Inquietante indagine di Report. Ancora una volta Milena Gabanelli mette tutti con le spalle al muro. La nota giornalista, con una severa ricerca di cui al video, dimostra come l'operazione Montenegro sia stata per A2A un vero e proprio disastro economico.

Tutto ha inizio il 17 marzo 2009, quando Berlusconi incontra il Presidente del Montenegro, Milo Djukanovic, e dichiara che "avrebbe fatto diventare grande il Montenegro". Il 16 giugno successivo l'allora Ministro dello sviluppo economico, il mitico Scajola, metteva la firma su due accordi italo-montenegrini: col primo A2A si impegnava ad acquisire fino al 43,7% della società energetica pubblica Elektroprivreda (Epgc); con il secondo Terna avrebbe rilevato un pacchetto di minoranza della montenegrina Cges (reti primarie), con la quale, attraverso una joint venture, sarebbe stato realizzato un cavo sotto il mediterraneo, da Tivat (Montenegro) a Vallanova (italia), per la trasmissione dell'energia.

A2A subito acquista sul mercato borsistico montenegrino il 15% di Epgc, Successivamente (settembre 2009) è risultata vincitrice della gara di acquisto di un ulteriore 18,3%. E, come previsto dalle regole del bando, un aumento di capitale ha consentito ad A2A di salire fino al 45% del capitale di Epgc. Queste operazioni sono costate ben 430 milioni di euro. Un debito oggi salito a quasi 500 milioni, a causa delle insofferenze di Epgc. Infatti, A2A ha speso nella rete di Epgc 23,5 milioni nel 2010, 11,8 nel 2011. E nel bilancio 2011 l'azienda ha proceduto ad una svalutazione crediti da 65 a 73 milioni. La principale causa è il debito di oltre 40 milioni di euro di KAP, la più grande impresa privata montenigrina, che produce alluminio e compra 2/3 dell'energia elettrica prodotta da Epgc. Il pratica Kap non paga le bollette ed Epgc deve continuare a fornire corrente per evitare licenziamenti.

Considerato che A2A registra perdite per complessivi 916 milioni di euro, si ha un'idea del peso che l'incauto acquisto di Epgc causa ai bilanci della nostra multiutility.

Secondo l'inchiesta ad averci guadagnato da tutta questa intricata storia è Prva Banka, l'istituto di credito più importante del Montenegro, che nel 2008 ha rischiato il default. E chi è il principale azionista di Prva Banka? Aco Djukanovic, fratello del primo ministro Milo.

Dopo l'incontro Berlusconi-Djukanovic del marzo 2009, il presidente montenegrino restituisce la visita a Roma nel febbraio del 2010, ma intanto le cose sono andate avanti nel modo che l'indagine della Gabanelli ben documenta.  

Per la cronaca ricordo (gravi coincidenze!) che proprio nel marzo 2009 a Brescia si gettavano le basi per azzerare il Consiglio di sorveglianza di A2A, in particolare cacciare il Presidente Renzo Capra dalla presidenza. Sostituito poi dall'Avv. Graziano Tarantini. Vedasi rassegna stampa, che peraltro dimostra come nel Piano Industriale appena definito non trovasse spazio il Montenegro.

Sostituito forse perchè Renzo Capra non avrebbe garantito il buon esito della trattiva e chi l'ha voluta? Penso proprio di sì. Per la cronaca anche il nuovo presidente Graziano Tarantini osserva: "Quell'acquisizione io non l'avrei fatta, ci avrei pensato in modo approfondito per l'enorme impegno finanziario che ci siamo dovuti sobbarcare". Sarà interessante a questo punto verificare come vi porrà rimedio.

Allora chi dobbiamo ringraziare per questo incauto acquisto? Solo il Cavaliere?

Originale anche il fatto che il Sindaco Paroli, il 26 gennaio 2010, riceve e premia in Loggia la nazionale di pallanuoto montenegrina, ospite a Brescia per un incontro con la nazionale italiana nella vasca della nostra piscina di Via Rodi.

Sarà ancora una volta la magistratura a accertare se ci sono o meno responsabilità e malaffare. Ma non posso non condannare l'invasione della politica romana, di Berlusconi in particolare, negli interessi delle municipalità (Milano e Brescia). Almeno fosse stata un'azione redditiva! Per ora, invece, solo debiti e difficoltà per il Comune di Brescia.  

Alla luce di questa inchiesta, trova conferma un'altra mia convinzione. Vale a dire che a Roma, non a Brescia, sia stata decisa anche la vendita delle azioni possedute dal Comune di Brescia in Autostrada Serenissima S.p.A alla famiglia Astaldi: l'acquisto del 3,85% ha consentito al Comune di incassare circa 40 milioni di euro, ma in modo molto originale ha pure consentito all'Amministrazione cittadina di chiudere la partita "riserve" sulla costruzione della metropolitana, considerato che Astaldi è appunto coinvolta nella realizzazione del nostro metrò.

Anche in questo caso una stranissima coincidenza caratterizza la firma dell'accordo sulle riserve, la quale viene posta lo stesso giorno, un'ora dopo che la vendita delle azioni è confermata ad Astaldi.


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